Villa Gemma

Quando decidi di andare a fare “urbex” devi sempre tenere nella manica un piano “B”…

 In una fredda e nebbiosa mattina d’inverno di qualche mese fa, il piano “B” era rappresentato da Villa Gemma nel caso qualcosa fosse andato storto nella location che avevo programmato di visitare. Come spesso accade ho trovato tutto sbarrato quindi ho ripiegato sul piano di riserva. Dopo aver percorso qualche km nella nebbia più fitta mi sono ritrovato al cospetto del viale alberato che conduce alla Villa. Ho lasciato la macchina poco distante e mi sono incamminato tra gli alberi che delimitano il viale d’accesso. La nebbia era dannatamente fitta tanto che sono riuscito a scorgere la sagoma della costruzione solo quando ero ormai al suo cospetto. Il tempo ha fatto il suo corso e le crepe sono vistose e minacciose. Una parte del tetto è già crollato e ai piani superiori si sale con passo incerto e un po’ timoroso. Al piano terreno carte da parati e soffitti decorati sono le uniche testimonianze del ricco tenore di vita che dovevano avere i proprietari. Dopo aver finito il mio reportage ho abbandonato la villa lasciandola avvolta nella nebbia, con la consapevolezza che ben presto verrà inghiottita da una bruma diversa: una nuvola di polvere che si alzerà quando la costruzione imploderà su se stessa visto che il suo destino sembra ormai scritto e il tempo continuerà a scorrere inesorabile.