Buteghin era un abitante del mio paese, viveva insieme alla sorella in una casetta isolata ben distante dal centro paese. Sono passati tanti anni da quando lo vedevo passare davanti a casa mia con la sua inseparabile bicicletta per andare in paese a fare compere. Una volta la spesa non si faceva tutti i giorni e Buteghin, quando si recava in paese ,approffittava dell’occasione per sostare “a l’ ostu” (al bar, nda). Era proprio sulla via del ritorno che il nostro personaggio non passava di certo inosservato:oltre alla sacca sulla schiena piena di viveri, Buteghin aveva in corpo una bella dose di buon vino che gli regalava una voglia innata di cantare. Lo sentivi arrivare da lontano, nel suo lento e instabile intercedere, mentre cantava a squarciagola felice come una Pasqua. A volte si doveva fermare a schiacciare un pisolino all’ombra di qualche albero lungo la strada del ritorno o, peggio ancora, lo trovavi in qualche fosso che dormiva e cercava di riprendersi dalla sbornia. Non dava fastidio a nessuno perchè in fondo era un brav’uomo. Purtroppo un incendio distrusse la sua casa e lui e sua sorella fecero appena in tempo a mettersi in salvo. Finirono in una casa di riposo e ora che sono lassù non rimangono che i resti della loro dimora…. ruderi silenziosi e testimoni di una vita intera. Ho ancora trovato la sua inseparabile bicicletta, appoggiata vicino all’uscio di casa in attesa di mettersi in viaggio per andare a fare compere in centro paese…. un viaggio impossibile da rifare, come impossibile sarà sentire le note allegre intonate da Buteghin.